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Francesca Stroppa

SANTA GIULIA

Percorsi artistici

nell'agiografia

monastica

L'esempio

di San Salvatore

di Brescia

 

Studium

Fondazione Brescia Musei

ISBN 978-88-382-4192-5

Il patrizio Belisario che Giustiniano aveva posto a capo delle spedizioni militari, avendo vinto mentre combatteva in Africa la città di Cartagine, acconsentì che i soldati conducessero come prigioniera la bella e il-lustre vergine Giulia. Essa, portata alla fine in Corsica, terminò i suoi giorni con il martirio. Il suo venerabile corpo riposa in questa città per il saggio intervento della nobile regina Ansa, moglie di Desiderio, serenissimo re dei Longobardi, come più ampiamente narrerò nei capitoli seguenti.

Ansa dunque, la più eccellente delle matrone, a lode e gloria di Dio Onnipotente e della santissima Maria Vergine e Madre e a onore della beata Giulia, preziosa martire e vergine, costruì una basilica fuori della cerchia di mura della città di Brescia, quando dalla venuta del Salvatore erano passati DCCLIII anni. Lì costruì anche un monastero; lo decorò magnificamente con molti ornamenti, lo arricchì di molti possedimenti non solo in territorio bresciano, ma anche cremonese e in molti altri luoghi; offrì inoltre a quel monastero venerabile diversi doni e vi pose come prima badessa Anselperga, figlia sua e di Desiderio, e con lei molte figlie di nobili cittadini furono raccolte sotto la Regola di san Benedetto; Ansa stabilì che il medesimo monastero fosse di pertinenza del sommo pontefice, senza alcuna autorità intermedia, e la stessa Santa Sede per mezzo di privilegi espresse la sua conferma. Nella medesima basilica Ansa fece seppellire molti corpi di santi. Vi pose il corpo della santa vergine e martire cartaginese Giulia, portato dalla Corsica, e volle che quel tempio fosse dedicato al suo nome per degna memoria. Vi collocò anche i piccoli corpi di due santi Innocenti, alcune membra di san Biagio, come il braccio, e insigni reliquie di molti santi. Oltre a questi la illustrissima signora pose nella basilica il corpo di santa Sofia e quello di tre sue figlie, Elpis, Agape e Soteria, il corpo di sant’Ippolito, di sant’Epimeneo e anche le membra di san Giustiniano.

 

Jacobi Malvecii Chronicon brixianum ab origine urbis ad annum usque MCCCXXXII,

in Rerum Italicarum scriptores, XVII, Mediolani 1729, coll. 815, 845-846, secolo XV

 

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